La Sindrome Metabolica è associata a sovrappeso e obesità, caratterizzate da un accumulo di grasso a livello addominale e resistenza insulinica. Questo stato generale costituisce un fattore di rischio per il diabete e per le malattie cardiocircolatorie.
In queste condizioni, il fegato riceve un eccesso di nutrienti (acidi grassi liberi e glucosio) che non riesce a gestire efficientemente, perdendo la sua capacità di “regolatore metabolico”. Si attiva così un circolo vizioso che mantenendosi nel tempo può compromettere lo stato generale di salute.
Sono ancora poche le persone consapevoli del rischio che si corre non trattando la sindrome metabolica. Esclusi i soggetti con problemi evidenti come diabete, obesità e ipertensione, è raro che si associ un po’ di “pancetta” a livelli elevati di grassi nel sangue e livelli pressori alterati; tantomeno siamo portati a pensare che questi possano avere conseguenze così importanti per la salute.
Anche in assenza di specifici sintomi, dovremmo prestare maggiore attenzione ai diversi fattori di rischio (valori alti di trigliceridi, bassi livelli di colesterolo HDL, circonferenza addominale elevata, glicemia alterata e familiarità con malattie come il diabete) anche quando si presentano singolarmente perché questi possono predisporre allo sviluppo della Sindrome Metabolica. È utile intervenire tempestivamente anche prima che la compresenza di più alterazioni, persino minime, faccia aumentare in maniera considerevole il rischio di complicazioni ben più serie. A preoccupare è soprattutto il fatto che oggi questo tipo di problema si sta diffondendo anche tra i bambini e gli adolescenti.